(gr. phobos, paura). Timore angoscioso attivato da un oggetto o da una situazione che non ha di per sè un carattere nocivo. L'angoscia si dissolve in mancanza dell'oggetto o della situazione.
Abbassamento più o meno durevole dell'UMORE che si accompagna il più delle volte ad un dolore morale, ad un rallentamento psicomotorio, ad ANSIA con intensità variabile e disturbi somatici diversi ( INSONNIA; ANORESSIA, algia, dimagrimento, disturbi sessuali, ecc..)
( Lat: compulsare, spingere, costringere) Atto verso il quale una persona si sente costretta, pur riconoscendone il carattere assurdo, fastidioso o ridicolo, ma che non può sottrarsi di fare in maniera ripetiva e rituale. Le compulsioni più ripetitive consistono in riti di pulizia, di controllo ecc..
Crisi di Angoscia. Sopravvenire improvviso in presenza o in assenza di fattori esterni, di uno stato acuto di ansia con modalità di associazioni diverse:
- elementi somatici:palpitazione, sensazioni di soffocamento, vertigini, vista confusa, tremolii, nausee, diarrea.
- elementi psichici: paura di morire, sensazione di morte imminente, impressione di perdita del controllo.
- elementi comportamentali: agitazione o inibizione
Tale stato in assenza di trattamento, può durare da qualche minuto a qualche ora
stato affettivo caratterizzato da un senso di insicurezza. Spesso usato come sinonimo di Angoscia, se ne differenzia per l'assenza di disturbi di ordine somatico ( sudori, nausee, spasmi ecc)